Esito di un progetto maturato nell’arco di un ventennio, il centro raggruppa tutte le attività legate alla vita parrocchiale e diventa punto di riferimento e di aggregazione sociale nella vita della comunità. Il complesso si situa infatti nelle immediate vicinanze delle scuole materna ed elementare e del Municipio, e dunque si inserisce rafforzando il centro istituzionale del paese. La scelta progettuale più significativa è rappresentata dalla pianta quadrata della chiesa, dove anche tutta la geometria interna è determinata da questa figura. Il quadrato è simbolo geometrico che esprime l’orientamento dell’uomo nello spazio e nell’ambito vitale. La quadratura comporta un principio d’ordine che sembra essere innato nell’uomo e che, in un sistema dualistico, si contrappone al cerchio, che rappresenta le potenze celesti. La quadratura del cerchio simbolizza dunque il desiderio di ricondurre l’elemento “terrestre” e quello “celeste” a una ideale concordanza. Altro aspetto simbolico del progetto è l’analogia tra la sua geometrizzazione e il monogramma cristologico più antico che richiama la croce e unisce il cerchio al quadrato, con funzione di sintesi e di misura. Il senso di raccoglimento e protezione generato dalla pianta quadrata si rafforza nelle due costruzioni geometriche che costituiscono l’involucro esterno e interno della chiesa. Massiccio il primo, realizzato in lessinia a spacco naturale, più sottile e leggero il secondo, che converge verso l’altare, intorno al quale si raccoglie l’assemblea, significativamente disposta a semicerchio e non rigidamente ripartita, in ossequio ai più autentici principi di compartecipazione liturgica. Partendo dalla base quadrata, il blocco di marmo bianco, illuminato dalla luce dall’alto che attraversa la guglia indica la mensa, si eleva e si torce in una continua trasfigurazione della forma, accentuata da un’incisione che interagisce e la fa vibrare. La luce, moderata ed equilibrata, scende radente ai muri attraverso lucernari posti nelle intercapedini tra gli involucri esterno e interno, che completano l’illuminazione naturale e definiscono, dilatandolo, lo spazio interno. Come detto in precedenza tutta l’aula è altrimenti chiusa, eccezion fatta per la parte sovrastante l’altare, zona in cui la luce viene regolata da una struttura vetrata che apre concettualmente la chiesa verso il cielo. L’architetto ha disegnato tutto l’arredo del presbiterio oltre all’altare, “la parola”, la fonte battesimale e il tabernacolo. Nell’aula le particolari sedute sono state ideate con una forma che permettesse di seguire le funzioni in modo da sistemare i libri di culto, i mantelli e le borse che normalmente accompagnano i fedeli. Forma realizzata con un materiale ligneo composto, formante una linea continua. All’esterno, il sagrato funge da perno delle diverse funzioni parrocchiali e da vero filtro tra il sacro e il profano. Non estraneo ai simboli della tradizione, si sviluppa attraverso una serie di 12 lame (gli Apostoli) che contribuiscono ad accrescere l’effetto vibrante di una continua trasformazione della chiesa, mentre ai lati i portici ne costituiscono la connessione fisica con gli altri elementi della struttura, che completano il centro parrocchiale: una sala multiuso, sale per l’incontro, e l’abitazione del parroco. La chiesa della Trasfigurazione del Signore fu consacrata dal vescovo di Lugano Monsignor Grampa il 28 febbraio 2010.
Giampiero Camponovo
1988-2010
Breganzona
Edifici Sacri, Progetti