Il tema dell’architettura funeraria concentra molteplici valori simbolici, nel luogo del ricordo e della continuità della pietas, che esprimono concezioni profonde, dichiarate o implicite, vigenti all’interno della società. La realizzazione di una cappella funeraria per una famiglia luganese, i Mantegazza, assume il significato di una dichiarazione d’identità, una condizione in cui l’architettura diviene fulcro di una proposizione di memoria accumulata. Questo progetto d’architettura funeraria non convenzionale si confronta con un insieme di valori e valutazioni, di convinzioni e concezioni, inserendo frammenti di pensiero contemporaneo in un luogo in cui si manifesta l’evidenza delle stratificazioni storiche. Nel contempo, interviene nella consapevolezza che un nuovo equilibrio si può consolidare attraverso la composizione di scelte mediate fra l’espressione di un linguaggio proprio e l’esigenza di rispetto nei confronti delle memorie circostanti. Elementi caratterizzanti del progetto sono la piazza aperta sovrastante la cripta, dove una serie di quinte verticali definiscono ma non chiudono lo spazio invitando a una libera circolazione e a momenti di raccoglimento; il podio centrale vetrato che raccoglie la luce zenitale e la proietta sul sottostante altare, quasi a collegare la condizione terrena dell’uomo, con lo spirito. Una scultura bronzea, la Grande Madre di Nag Arnoldi, accoglie simbolicamente i visitatori e campeggia nobilitando il monumento funerario.
Giampiero Camponovo
2015
Lugano
Edifici Sacri, Progetti