Per una ristrutturazione radicale dello stabile esistente un’analisi approfondita della sua morfologia e della sua storia ha portato alla necessità di rimodellare completamente le facciate e il suo interno. Lo stabile progettato negli anni quaranta del secolo scorso dall’architetto Bruno Bossi era nato con finalità abitative e i numerosi interventi succedutisi nel tempo non avevano sufficientemente tenuto conto del radicale mutamento di destinazione. I tentativi di far assumere carattere amministrativo all’edificio da parte di numerosi professionisti non avevano dato risultati apprezzabili. Solo con la demolizione e il rifacimento a nuovo della facciata a lago, con l’asportazione dei balconi (che conferivano una forte orizzontalità), la chiusura di alcune aperture e l’eliminazione degli archi dei portici a piano terra, si è potuto conferire all’edificio quel carattere amministrativo consono alle sue attuali funzioni quale sede bancaria. L’accostamento con il Palazzo storico della BSI, tra i più significativi della città, ristrutturato dallo Studio Camponovo un decennio prima, ha costituito motivo di riflessione per le scelte architettoniche e dei materiali. L’adozione di linee estremamente pulite e rigorose per le facciate, i dettagli studiati in modo da non interferire con la semplicità delle forme e la colorazione chiara del materiale di rivestimento dello stabile, sono state alcune riflessioni che hanno accompagnato la progettazione. L’intervento doveva con grande delicatezza e semplicità giocare la carta della contemporaneità. Il ricorso al travertino per il rivestimento delle facciate è stato dettato da due ragioni fondamentali: quella di utilizzare il materiale originario quale “memoria” dello stabile e quella di accostare un materiale naturale chiaro e neutro, alla nobile facciata in mattoni a vista del Palazzo Riva. L’intento di collegare il tessuto del centro città con il lungolago è stato spunto progettuale per proporre una hall d’ingresso, sviluppata su tutta la lunghezza del piano terra. Questo spazio con effetto “cannocchiale” giocato con pareti verticali e oblique e ricercando, tema caro all’architetto, prospettive e trasparenze è stato valorizzato dall’istallazione dei portali di Daniel Buren. Questi, posti in sequenza lungo l’asse dell’atrio fino alla grande apertura di fondo, creano un risultato sorprendente. Anche le grandi aperture laterali lungo via degli Albrizzi sono contrassegnate da opere cromatiche di Buren nell’intento di dare un segnale urbano forte e vibrante. Ai diversi piani superiori hanno lavorato artisti internazionali, Liam Gillick, John Amleder e Robert Barry, conferendo agli spazi riservati al ricevimento della clientela un sicuro valore artistico e culturale. L’intervento è stato ben accolto e ritenuto da molti uno dei palazzi tra i più significativi del centro città.
Giampiero Camponovo
2005
Lugano
Banche e Istituiti Finanziari, Progetti